PRC affianco dei tecnici-amministrativi: il paradosso dell’Università di Siena

0

Martedì 24 Aprile 2012





Il partito della Rifondazione Comunista – Federazione provinciale e Circolo PRC “Viro Avanzati” di Siena – esprimono la loro piena solidarietà al personale tecnico e amministrativo dell’Università di Siena il quale ha indetto per oggi uno sciopero di due ore e un’assemblea presso l’aula Magna storica del Rettorato. Ancora una volta si intende far ricadere la responsabilità di un dissesto economico, figlio di anni di sperperi del capitale dell’Ateneo, sulle spalle di chi certamente in esso non ha responsabilità: i lavoratori. E a questo gioco il nostro partito non ci sta. E’ evidente a tutti, oramai, che negli anni passati l’Università senese ha vissuto in un’ epoca dorata sostenutasi tramite spese scriteriate quali costose consulenze esterne, sedi distaccate, cene, palchi al Palio, e quant’altro, senza mai voler gettare un occhio al bilancio. E in questa “aurea aetas”, un’altra grande somma di denaro è andata anche in assunzioni eccessive, spesso dettate più da volontà politiche e/o elettorali che non da necessità effettive di personale e docenti. Ma è paradossale che oggi, finita questa età dell’oro, ogni volta che si parli di risanamento lo si faccia sempre tirando i ballo i soli lavoratori, mentre i veri artefici di tali politiche di sprechi occupino ancora impuniti e indisturbati le loro poltrone all’interno come all’esterno dell’Università. Purtroppo nessuno sembra preoccuparsi della rapidità con cui l’Ateneo procede nella sua iperbole di paradosso. Si è iniziato con le categorie più deboli, e dopo i Collaboratori ed Esperti Linguistici, ricercatori e stabilizzandi, adesso è la volta dei tecnici-amministrativi, che da più di un anno, ormai, si  vedono sospendere l’erogazione del Trattamento Economico Accessorio. Ancora più paradossale però, per procedere nella nostra scala crescente, è la politica fortemente antisindacale con cui la direzione amministrativa ha preso tale scelta, che, ancora una volta come due anni fa, non ha alle spalle ne’ una contrattazione con i sindacati e il personale, ne’ un via libera da parte del Ministero dell’Economia (che ancora in proposito deve pronunciarsi), ma deriva anzi da una decisione unilaterale e autoritaria della dottoressa Fabbro. Non sapremmo definire se di grado maggiore o minore, ma sicuramente ad un livello alto di paradossalità, sta inoltre la volontà -nuovamente autoritaria e unilaterale- dell’Amministrazione di negare da un giorno all’altro i contributi per le spese sociali ai suoi dipendenti, ad esempio per gli asili nido, contributi pagati da un fondo già stanziato, ma che l’Università ha deciso piuttosto di destinare alla costruzione di un nuovo asilo. E mentre i lavoratori non solo non si vedono più rimborsati per le loro spese sociali, ma subiscono anche un taglio allo stipendio, e mentre i ricercatori non hanno più riconosciuto il rischio chimico e radiologico, il Rettore ha ancora la sua indennità e la Direttrice Amministrativa si è auto-assegnata la fascia più alta di rimunerazione. Sarebbe poi impensabile che questa condizione di difficoltà, in cui i lavoratori sono costretti ad operare, non ricada anche sugli studenti, con una diminuzione del numero e della qualità dei servizi offerti, proprio in un momento in cui il governo Monti vota decreti attuativi che comporteranno un aumento delle tasse universitarie. Tuttavia, in questo clima di paradosso, nessuno sembra poter far cambiare idea alla direzione universitaria, convinta di procedere nella direzione migliore per il risanamento ed il rilancio dell’Ateneo senese; nessuno, neppure i giudici e le  sentenze della corte d’appello! (si veda ad esempio per la vicenda dei CEL) Che questo non sia il modo per risanare un’università in crisi a noi sembra lapalissiano, e finché non si cambierà strutturalmente la politica interna dell’Ateneo, ponendo al centro i lavoratori e gli studenti, non si uscirà certamente da questo vortice. Infine, a fare da cornice a questa paradossale situazione, si inserisce il ruolo svolto dal Comune di Siena e dalla Provincia, i quali pur avendo voce in capitolo in quanto presenti coi loro rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università, languono in un colpevole silenzio. Perciò, nell’esprimere la più completa solidarietà e vicinanza ai lavoratori dell’Università di Siena -giustamente esasperati e stanchi di lavorare le notti, le domeniche e gli straordinari senza essere retribuiti-, ci impegniamo a mobilitarci presso il Consiglio Provinciale per promuovere una vera politica di opposizione alla paradossale devastazione dell’Università di Siena. 

Francesco Andreini (segretario circolo PRC Siena “Viro Avanzati”)

Matteo Mascherini (segretario provinciale PRC Siena)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui