Le idee di Rifondazione Comunista per la cultura a Poggibonsi

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Cultura è capacità di trasformare e innovare un territorio, facendo interagire urbanistica, ambiente, salute, economia, scuola, lavoro. Cultura è partecipazione e capacità critica collettiva. Cultura è crescita della propria coscienza individuale contro i processi di omologazione e imbarbarimento. Cultura è rispetto degli altri e delle altre culture. 

Con questo spirito dobbiamo rilanciare l’idea di una consulta o “Officina della cultura”, dove le tante associazioni locali possano insieme collaborare e programmare. 

Valorizzazione dei talenti del territorio e della dimensione multiculturale

La rete delle associazioni, assieme alla nostra Biblioteca comunale, con lo stimolo e l’incentivo delle istituzioni, possono dar vita ad una diffusa sinergia progettuale capace di promuovere le attività di studio e ricerca di ambito locale, così come conferenze tematiche a sostegno delle iniziative editoriali che nascono nel nostro territorio o ad esso si riferiscono.

Il Comune deve predisporre le condizioni, logistiche e strumentali, che permettano a questi attori di definire un programma primavera-estate che coinvolga il Cassero, gli spazi di Poggio Imperiale, la Rocca di Staggia, fatto di concerti, spettacoli teatrali, manifestazioni artistiche e culturali, eventi tematici. 

Appare importante, per un territorio ad alto tasso di immigrazione come il nostro, lavorare sulla integrazione tra popolazione residente e non, per esempio attraverso la realizzazione di un festival multietnico come occasione di conoscenza e interscambio delle culture e delle tradizioni di vari popoli ed etnie. 

Con la collaborazione delle istituzioni culturali (come la Biblioteca comunale e la Scuola pubblica di musica) e delle altre associazioni, la nostra Amministrazione deve attivarsi per promuovere pubblicamente neolaureati, artisti ed esperti di ogni genere di origine poggibonsese, afferenti agli ambiti della musica, del teatro, della danza, della pittura, della scultura e del videomaking, ma anche dell’ingegneria, dell’economia, della medicina, della cultura umanistica, della giurisprudenza. In questo senso, ci si propone di realizzare una sorta di albo comunale dei giovani laureati e delle eccellenze artistiche nei suddetti ambiti, da aggiornare con cadenza mensile, e promuoverne la pubblicazione sui giornali locali e sulle pagine social istituzionali. 

Reputiamo cruciale, al fine di promuovere l’autodeterminazione e la socialità dei giovani, la realizzazione di un Centro Giovanile Autogestito, come luogo di aggregazione, responsabilizzazione, confronto di idee e produzione autonoma di iniziative. 

Cultura è anche educare ad un uso corretto dell’Ambiente in cui viviamo, a evitare lo spreco delle risorse e la dispersione dei rifiuti. Si prevedono corsi di educazione ambientale rivolti a tutte le fasce di età e provenienze.

Valorizzazione storico-culturale del territorio

L’ampliamento dell’Archeodromo di Poggio Imperiale, notizia fresca di stampa, ha una grande rilevanza dal punto di vista culturale per la nostra città. Sei nuove capanne andranno ad arricchire il museo en plein air situato nella nostra Fortezza, che diventerà, quindi, il più grande parco d’Italia dedicato all’archeologia sperimentale.

Quella dell’Archeodromo è stata un’iniziativa senza dubbio positiva, poiché ha saputo individuare una strategia efficace nell’ardua impresa della divulgazione dei risultati della ricerca scientifica ad una platea vasta di fruitori.

A nostro avviso, lo stesso approccio innovativo e, al tempo stesso, scientificamente rigoroso dovrebbe essere applicato alle molte possibilità che il territorio offre in termini di valorizzazione storico-culturale.

Il successo riscosso negli ultimi anni dall’Archeodromo non può che portare la comunità ad interrogarsi sull’opportunità di rilanciare un’ampia campagna di promozione culturale dell’intera collina del Poggio Imperiale. Salta agli occhi a chiunque, infatti, l’arrancare ormai decennale del progetto di scavo dei resti dell’insediamento bassomedievale raso al suolo nel 1270; così come l’estemporaneità degli interventi di restauro e valorizzazione che interessano il circuito della Fortezza medicea e la Fonte delle Fate; e anche il tramonto della vocazione polifunzionale e di ricerca che lo stesso Cassero doveva avere, stando ai proclami dell’Amministrazione del lontano 2004, quando la struttura venne aperta al pubblico dopo la poderosa opera di restauro.

 Tra le incombenze urgenti per la futura Amministrazione di Poggibonsi figurano il completamento gli scavi archeologici del Poggio Imperiale; il recupero dei locali interni e sotterranei del Cassero, ormai destinati a poco più che un magazzino per gli attrezzi; l’avvio di un processo di pianificazione volto alla manutenzione e al mantenimento delle mura della Fortezza, attaccate dalla vegetazione in più punti; il reperimento di un locale idoneo per il museo paleontologico un tempo custodito nel Palazzo Pretorio.

Oltre al rilancio delle iniziative culturali che nei decenni passati hanno permesso a Poggibonsi di scoprirsi protagonista delle vicende toscane medievali e rinascimentali, però, riteniamo importante pianificare un progetto di valorizzazione degli eventi e dei fatti storici che hanno segnato la nostra comunità durante l’ultimo secolo. 

Dopo la semi-distruzione del 1944-1945, infatti, Poggibonsi ha saputo rialzarsi e diventare in pochi anni una delle capitali toscane del Miracolo economico degli anni Cinquanta e Sessanta, quando conobbe uno sviluppo ragguardevole in termini industriali, sociali e urbanistici certo degno di esser conosciuto da parte di chi in quell’epoca ancora non c’era. 

In questo senso proponiamo la realizzazione di un museo regionale del Boom economico e del lavoro, con una sezione riservata alla storia del Novecento poggibonsese. Un istituto di ricerca e cultura che potrebbe essere ospitato in qualcuno dei molti stabili dismessi della nostra città – dai locali abbandonati in via Spartaco Lavagnini, agli ex magazzini ferroviari in Largo Gramsci, all’ex Cinema Italia – anziché destinarli alla malora o alla realizzazione di nuove abitazioni, inutili in un Comune che ormai da qualche anno deve fare i conti con il calo demografico. 

Sempre a beneficio delle attività di ricerca e divulgazione storica, riteniamo inoltre che la futura amministrazione si debba porre il problema del reperimento di un locale idoneo per l’Archivio Storico Comunale, agevolandone la consultazione e integrandone il servizio con quello della Biblioteca comunale, magari collocandolo proprio nel palazzo dell’Accabì. 

In ultima analisi intendiamo proporre, attraverso il coinvolgimento della Curia, il recupero delle opere d’arte una volta presenti sul territorio comunale ed ora sparse in vari musei circostanti.

Pensiamo ad una città che parla di cultura, sa di cultura, ed è in grado di raccontarla alle nuove generazioni, a chi vive da noi ma non è nato qui, a chi ci viene a trovare durante una vacanza…

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