Le idee di Rifondazione Comunista per l’ambiente a Poggibonsi

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Di grande attualità oggi è il degrado ambientale del pianeta terra che sta impattando in modo significativo sul nostro sistema climatico, biologico ed economico. I cambiamenti climatici che stiamo osservando finiranno per cambiare lo stile di vita di intere nazioni e stanno già provocando danni a specie animali e vegetali, con conseguenze difficilmente prevedibili e quantificabili sul nostro ecosistema. L’inquinamento atmosferico ed idrico da sostanze tossiche per l’uomo produce nel mondo centinaia di migliaia di morti per malattie tumorali e milioni di nuove diagnosi che vanno a costituire un’emergenza sanitaria endemica, severa e duratura nel tempo.

Nel nostro territorio le problematiche generali sono amplificate dalla presenza del sovradimensionato inceneritore e da alcune attività estremamente impattanti dal punto di vista ambientale. Rifondazione Comunista intende affrontare il grave problema delle emissioni e del conseguente inquinamento atmosferico legato alla qualità dell’aria nel territorio del Comune di Poggibonsi in vari modi: 

  • incentivando il trasporto pubblico nei giorni feriali, soprattutto per le “tratte fisse” dei lavoratori che si spostano dai quartieri residenziali alle aree industriali;
  • incentivando la mobilità leggera fra centro storico, periferie e frazioni, per esempio con bici elettriche a disposizione dei cittadini, soprattutto per i giorni festivi nella bella stagione;
  • utilizzando incentivi, come quelli della previsione di uno sgravio sulle tasse comunali, per aziende e/o privati che pratichino un riciclaggio virtuoso dei rifiuti; 
  • promuovendo filiere industriali legate al riuso ed al recupero di materiali, ove il loro oggetto sociale sia riferibile a produzioni eco sostenibili; 
  • implementando nuovi erogatori di acqua, con la possibilità di fornire anche acqua gassata.

Rifondazione Comunista adotta lo slogan: “Prevenire, riutilizzare, riciclare, non bruciare” con l’obbiettivo dello spegnimento dell’inceneritore dei Focie la sua sostituzione, con impianti più sicuri e tecnologicamente avanzati, per il trattamento dei residui non riciclabili della raccolta differenziata. Per questo si adopererà a coinvolgere gli altri Comuni d’Ambito e la Regione Toscana per trovare una risoluzione concertata. 

Tutti i Comuni della Valdelsa si devono impegnare a costituire sul territorio una rete di imprese di riuso e riciclaggio.  La vigente normativa classifica come operazioni di prevenzione dei rifiuti tutte quelle funzionali a ridurre la quantità e/o la pericolosità dei rifiuti. L’obbiettivo è quello di dimezzare la produzione (in peso) dei rifiuti urbani e ridurre di almeno il 10% quella dei rifiuti speciali. 

A tal fine si propongono i seguenti interventi: 

  • compostaggio di comunità per il recupero immediato di organico familiare e agricolo; 
  • vuoto a rendere e contrasto al monouso;  
  • coordinamento con le attività artigianali ed industriali per lo scambio di materie prime inutilizzate;
  • rete centri di riuso; 
  • promozione sacchetti riutilizzabili, pannolini lavabili, ecc…

Di fondamentale importanza è una campagna di pressione verso le grandi catene commerciali per la riduzione degli involucri di confezionamento. Il Comune si dovrà assumere pertanto il compito di trattare con aziende, supermercati, scuole, ospedale, enti pubblici e privati per la riduzione del “packaging”. Tutto ciò sino alla graduale riduzione dell’inquinamento da materie di derivazione petrol-chimica (drastica riduzione della plastica) con l’obbiettivo finale di trasformare Poggibonsi in presidio “plastic-free”. 

Infine attraverso l’iniziativa “adotta un albero” ogni cittadino avrà la possibilità di incrementare ed abbellire le aree di verde pubblico piantando l’albero scelto dall’elenco che il Comune metterà a disposizione, mantenendo ordinato lo spicchio di verde intorno alla pianta prescelta e adottata. 

Fibra ottica vs Elettrosmog

Rifondazione Comunista vuole un progresso che generi indotti senza danno. Con l’avanzare del 4G e del 5G sono disponibili le nuove radiofrequenze per la tecnologia wireless di quinta generazione e si prospetta, così, una selva ancora più fitta di antenne su quasi ogni abitazione, sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi e, persino, Wi-Fi a mezzo di droni. Tutto ciò avverrà senza che vi sia stata, e vi sia, un’indagine preliminare sugli effetti sanitari di questa nuova invasione di onde. 

La tecnologia Wireless, caratterizzata da emissioni in radiofrequenza/microonde, è attualmente classificata come possibile cancerogeno per l’uomo di classe 2B (nella scala crescente da 4 a 1) dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.), organo competente della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per lo studio dei cancerogeni ambientali e dei loro effetti biologici. La quinta generazione wireless di mini-antenne si aggiungerà alle precedenti generazioni (2G, 3G, 4G) nell’irradiare il 98% della popolazione. Le sue emissioni saranno pericolose sia per l’ecosistema ambientale sia perché possibile causa di danni alla salute per patologie come il cancro, secondo gli studi più aggiornati della ricerca scientifica internazionale (National Toxicology Program, 2018, e Istituto Ramazzini, 2018). 

Questi ultimi basati su studi sperimentali in vitro di grandi dimensioni hanno fornito quel supporto sperimentale, ancora carente nel 2011, alla epidemiologia in forza della quale la classificazione IARC si è fermata al grado di possibile cancerogeno (classe 2b) e non di probabile cancerogeno (classe 2a). La classe 2b di cancerogenicità è la stessa ad esempio di piombo, bitumi, scarichi del motore, oli combustibili, erbicidi clorofenossiderivati. 

Per tali ragioni è necessario fermare la diffusione indiscriminata delle onde elettromagnetiche, considerandole come un bene pubblico da regolamentare adeguatamente impiegando, in tutti i casi possibili, in particolare nelle scuole e nelle case di cura e riabilitazione e negli ospedali, la fibra ottica in luogo della connessione wireless. 

È inoltre importante ricordare che la normativa nazionale attuale, di cui al DPCM 8/7/20013, è basata sui dati scientifici disponibili fino al 2002. Oggi abbiamo a disposizione per la nostra analisi, come detto, i risultati delle decine di migliaia di studi in vitro successivi che hanno portato l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a reclamare, con la Risoluzione 2011/1815, l’adozione da parte dei paesi membri di limiti di 100 volte più stringenti di quelli attuali. In tale situazione, in accordo con la prassi comunitaria, un comune può applicare il principio di sussidiarietà, sostituendosi allo Stato nelle materie in cui è inerte, e Rifondazione Comunista  si impegnerà per una regolamentazione sussidiaria e aggiuntiva delle emissioni elettromagnetiche in tutto il territorio di Poggibonsi, riducendo quelle delle antenne al livello richiesto dal Consiglio d’Europa e quelle del telefono mobile almeno alla misura di cautela, con i tetti di 6 V/m per il campo elettrico e di 16 mA/m per il campo elettromagnetico, introdotti con il Regolamento 381/1998 recante i tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana. 

È altresì importante ricordare che l’alternativa alla moltiplicazione delle radiofrequenze esiste e si chiama fibra ottica. La rete di fibra ottica, che consente una velocità di trasmissione dati nettamente superiore  anche al 5G, dovrà essere implementata in tutto il territorio cittadino, ed in prospettiva nelle frazioni e fino ai nuclei rurali. 

Acqua e territorio

L’acqua, fonte di vita, diverrà ben presto il petrolio del futuro dal momento che questa risorsa indispensabile alla vita si sta esaurendo, sia in ragione del cambiamento climatico in atto, sia a causa dell’inquinamento delle falde acquifere. L’uso indiscriminato di pesticidi fa sì che essi penetrino nel terreno contaminando le falde con veleni responsabili di gravi patologie degenerative. Come sostenuto dal premio Nobel Luc Montagnier, i pesticidi provocano Alzheimer e Parkinson. 

Pertanto Rifondazione Comunista incentiverà la transizione delle aziende agricole verso il biologico ed il biodinamico tramite un’efficace politica di sostegno al consumo di prodotti agricoli stagionali biologici provenienti dallo stesso comune o limitrofi (a km 0). La realizzazione di tale obbiettivo può essere raggiunta concedendo, gratuitamente, alle piccole aziende con certificazione bio spazi pubblici per la vendita in città, ed in prospettiva ricreando un vero e proprio mercato permanente nell’area ex Egizia, simile a quello che un tempo esisteva in Piazza Nagy.

Inquinamento acustico

Il rumore è oggi tra i principali fattori di inquinamento di natura fisica e rappresenta un problema di grande importanza economica e sociale, sia per il numero dei soggetti esposti che per gli effetti da questo provocati sulla salute umana. Si stima che nei paesi dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) più di 150 milioni di persone siano esposte a livelli di rumore superiori ai 65 dB(A), indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come soglia di sicurezza. Secondo il primo rapporto sull’ambiente europeo dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 1995) nel continente europeo 113 milioni di persone sono esposte a livelli sonori eccedenti i 65 dB(A), mentre a livelli eccedenti i 55 dB(A) sarebbero esposti 450 milioni di persone (65% della popolazione europea). Lo stesso rapporto indica in 65 dB(A) il livello massimo diurno ammissibile in ambiente esterno per garantire condizioni accettabili di comfort negli ambienti interni, proponendo per le aree residenziali di nuova edificazione un livello ambientale esterno non eccedente i 55 dB(A). 

Il secondo Rapporto dell’Agenzia Europea conferma la gravità del fenomeno che sarebbe particolarmente concentrato nelle aree urbane dove la popolazione risulta esposta anche a livelli superiori ai 75 dB(A), limite da considerarsi inaccettabile in quanto il suo superamento prolungato può determinare l’insorgere di patologie a carico dell’apparato uditivo. Circa 9,7 milioni di persone in Europa sono esposte a tale livello inaccettabile di inquinamento acustico (1,3% della popolazione europea). 

In Italia la soglia dei 65 dB(A) è superata in quasi tutte le città e si stima che più il 72% della popolazione sia esposta a livelli di rumore superiori ai limiti massimi stabiliti dalla normativa vigente. Il traffico stradale è la principale fonte di rumore seguito dal rumore prodotto dai “vicini di casa”, dai cantieri, dalle attività produttive in genere, dagli aerei, dalle ferrovie ed altro. 

Pertanto, Rifondazione Comunista propone la piena attuazione del Regolamento Acustico adottato con Delibera n. 56 del 16.11.2017 ed il conseguente controllo del rumore in tutto il comprensorio poggibonsese, sia nelle ore diurne che nelle ore notturne. 

Le fonti energetiche alternative

Come detto in precedenza, è ampiamente maturata la consapevolezza dei rischi potenziali connessi alle emissioni climalteranti e la necessità di affrancarsi progressivamente dai combustibili fossili. Tuttavia, le soluzioni che oggi vengono generalmente proposte ci sembrano nel migliore dei casi poco convincenti.

Generalmente la ricerca di soluzioni alternative ai combustibili fossili si è concentrata sul concetto di “rinnovabili”. Riteniamo ciò profondamente sbagliato, perchè il fatto che una fonte di energia non si esaurisca, o tenda a rigenerarsi, non ci dà alcuna garanzia sulla sua sicurezza o salubrità; non dice niente circa gli effetti sull’uomo e sull’ambiente. Basti pensare allo sfruttamento geotermico tradizionale della falda boracifera: la falda tende effettivamente a rigenerarsi, ma in proporzione all’energia prodotta la geotermia è seconda solo al carbone e , non solo in termini di emissioni climalteranti. Tuttavia, la ‘qualità’ delle emissioni mette un’ipoteca sulla salubrità di un’area vasta per secoli (radon, metalli pesanti, composti acidi dello zolfo, ecc.). 

Al posto del concetto di “rinnovabili” noi riteniamo molto più corretto concentrarsi sulle fonti alternative “pulite”, cioè fonti che non producono scarti tossici per la salute né emissioni climalteranti. Ribadiamo la contrarietà assoluta allo sfruttamento della falda boracifera ed alla costruzione di centrali termiche a biomassa che, oltre ad avere un tasso altissimo di emissioni in proporzione all’energia prodotta, diventano un volano economico per la deforestazione. Sosteniamo, invece, la realizzazione di impianti fotovoltaici da sviluppare soprattutto sulle superfici coperte compatibili già esistenti, senza consumo di suolo. A tal proposito, l’Amministrazione dovrà agevolare, anche con gli strumenti urbanistici (ovviamente nei luoghi compatibili coi vincoli paesaggistici), la possibilità per i cittadini e le imprese di installare pannelli solari su tetti, box auto, capanni agricoli ecc… In particolar modo i tetti dei capannoni presenti nelle aree industriali possono diventare complessivamente una medio-grande centrale fotovoltaica, senza bisogno di consumare neanche un centimetro di suolo. 

Rifondazione Comunista si impegna a costituire “comunità energetiche” che funzionino da incentivo per l’implementazione del fotovoltaico o di altre fonti rigorosamente “pulite”;  comunità energetiche i cui vantaggi siano concretamente accessibili a tutti i cittadini (piccoli produttori di energia e semplici utilizzatori) e non favoriscano soltanto  pochi in grado di installare grandi impianti.

Un’altra fonte di energia pulita da promuovere, compatibilmente coi vincoli paesaggistici, è l’eolico. Riteniamo però sconsigliabile l’installazione di mega-pale da 2,5 megawatt (come quelle di Pontedera) visibili da km di distanza. Al contrario è da promuovere lo sviluppo di piccole pale da pochi kw, soprattutto da sfruttare anche in impianti privati ad isola nelle fattorie e case di campagna.

Infine, è da valutare come possibilità anche l’idroelettrico fluente, che non ha bisogno di grandi dislivelli nè di grandi portate d’acqua per produrre anche qualche megawatt. Sul tratto dell’Elsa e dello Staggia sarebbe ipotizzabile il restauro o la costruzione ex novo di uno o più frangipiena con dislivelli di due o tre metri, dove potrebbero essere associate piccole coclee per la produzione di corrente. 

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